Il fascino oscuro: Perché l’elettorato abbraccia l’ombra

Home 9 Blog 9 Società 9 Il fascino oscuro: Perché l’elettorato abbraccia l’ombra

Le urne hanno parlato. Donald Trump, figura tanto divisiva quanto magnetica, ha riconquistato il potere. Un uomo avvolto da scandali, accuse, ombre che si allungano come spettri nel crepuscolo politico. Eppure, eccolo lì, di nuovo al timone di una nazione. Come è possibile che l’elettorato scelga, talvolta, di danzare con il diavolo?

Nel profondo dell’animo umano risiede un’attrazione primordiale per il proibito, per ciò che sfida le convenzioni e infrange le regole. È come se l’eco dell’antico mito di Prometeo, che rubò il fuoco agli dèi, risuonasse ancora nelle nostre vene. L’individuo che osa, che sfida l’ordine costituito, diventa un simbolo di ribellione, un eroe oscuro che incarna desideri repressi e ambizioni inconfessabili.

Guardiamo indietro nella storia. Figure come Cesare, Napoleone, persino leader più recenti e controversi, hanno affascinato le masse nonostante, o forse proprio a causa, delle loro azioni discutibili. C’è qualcosa nell’archetipo del “fuorilegge” che ci attrae, un magnetismo che supera la ragione e parla direttamente alle nostre emozioni più profonde.

Da un punto di vista psicologico, questo fenomeno può essere interpretato come una proiezione collettiva. L’elettorato vede in questi leader le proprie frustrazioni, la rabbia verso un sistema percepito come ingiusto, la voglia di rompere le catene invisibili che limitano l’autodeterminazione. Il criminale diventa così l’incarnazione del cambiamento radicale, l’arma per demolire lo status quo.

Ma c’è di più. L’attrazione per il lato oscuro può essere vista come un abbraccio alle nostre ombre interiori, quelle parti di noi che la società ci insegna a reprimere. Scegliere un leader controverso diventa un atto di sfida, un modo per riconciliarsi con aspetti del sé che normalmente rimangono nascosti nell’ombra.

Eppure, questo affascinante ballo con l’oscurità ha un prezzo. La storia ci insegna che affidarsi a figure che incarnano il caos può condurre a conseguenze dolorose. Le promesse di rinnovamento possono trasformarsi in illusioni, lasciando dietro di sé solo macerie e disillusione.

È quindi fondamentale interrogarsi sulle ragioni profonde di queste scelte. Forse è il momento di guardarsi allo specchio, di affrontare le ferite collettive che spingono a cercare salvezza in figure controverse. Solo attraverso una consapevolezza autentica potremo spezzare il ciclo e costruire un futuro che non sia un’eterna ripetizione degli errori del passato.

Il fascino dei criminali nell’elettorato è un richiamo potente, un canto di sirena che seduce e promette liberazione. Ma come Ulisse insegna, a volte è necessario legarsi all’albero maestro della ragione per non naufragare nelle profondità dell’irrazionale.